“Patti Digitali”: un aiuto per educare insieme

Di fronte all’emergenza educativa data dall’uso degli strumenti digitali sempre più precoce e quindi necessariamente privo delle indispensabili competenze emotive da parte dei ragazzi, nasce il sito www.pattidigitali.it  per facilitare la costruzione di Patti Digitali di Comunità e accompagnare bambini e ragazzi alla scoperta della vita onlife.

Stai leggendo

“Patti Digitali”: un aiuto per educare insieme

Patti Digitali riunisce Il Centro di Ricerca “Benessere Digitale” dell’Università di Milano-Bicocca e tre associazioni attive nel campo dell’educazione consapevole all’uso dei media (MecAiart Milano e Sloworking).

Lo scopo è promuovere la nascita e lo sviluppo di Patti di comunità per l’uso della tecnologia su tutto il territorio nazionale.

 

Cos’è un Patto digitale?

I Patti Digitali di Comunità sono fatti da gruppi di genitori – e talvolta anche di scuole, istituzioni e altre realtà educative – che si accordano collettivamente su questioni concrete nell’educazione digitale durante la pre-adolescenza.

 

La sfida per un utilizzo più sano del digitale si vince soltanto insieme

Nel sito www.pattidigitali.it si possono trovare esempi di Patti già sottoscritti da gruppi di genitori e istituzioni, con tutti gli strumenti per crearne di nuovi, oltre a risorse (ricerche, articoli, rassegne di testi di riferimento, video di conferenze sul tema) che possano essere d’aiuto per approfondire i temi che possono essere oggetto di un patto locale (ad esempio l’uso degli smartphone a scuola o l’uso notturno).

Gli esperti dell’Università e delle associazioni coinvolte sono a disposizione per accompagnare le diverse comunità in un percorso di formazione all’uso sano della tecnologia, rivolto a genitori, insegnanti, educatori, ma che coinvolga anche i/le ragazzi/e (in modo diverso a seconda dell’età).

 

In che cosa consiste realizzare un patto?

Per esempio consiste nell’accordarsi sull’età di arrivo dello smartphone in famiglia, nel concordare regole condivise per l’uso dei social media, nel fare in modo di sviluppare le competenze digitali.

Attualmente i Patti coinvolgono oltre 1.500 genitori e insegnanti: sono ormai molte le esperienze che dimostrano come, in presenza di un’alleanza tra genitori, sia molto più facile ristabilire alcune semplici regole che aiutino a usare meglio e in modo più graduale le tecnologie, per acquisire al momento giusto una vera padronanza di uno strumento complesso che apre la porta a un mondo non certo progettato per i minori.

 

Da dove cominciare?

Il primo passo è individuare un gruppo di genitori che condividano la stessa preoccupazione di favorire un accesso graduale allo smartphone e al digitale da parte dei propri figli. Possono essere ad esempio i genitori di una classe o di un’intera scuola. A quel punto si può scrivere un patto, o adottare semplicemente quello presente nel sito. Nel sito patti digitali vengono forniti i tre principi di base: aspettare almeno fino al termine della seconda media per dotare un ragazzino di uno smartphone da usare in autonomia, seguire un percorso di formazione per genitori e ragazzi, decidere alcune semplici regole per l’uso in famiglia (niente smartphone a tavola e a letto, rispetto delle età per social, app e videogiochi, password condivisa con i genitori fino ai 14 anni). Su questi tre principi di base ogni gruppo può inserire punti che ritiene fondamentali nella propria situazione concreta e anche in base all’età dei figli, o anche limitarsi ai punti proposti nel sito.

 

LINK UTILI

www.pattidigitali.it

Potrebbe interessarti anche

Cinisello Balsamo

Boom di presenze per la quarta edizione del Festival Nazionale dell' educazione che si è svolto dal 16 al 18 maggio a Cinisello Balsamo. Con oltre 10mila partecipanti il festival conferma il suo primato nazionale come momento di confronto sui temi della scuola e dell’educazione: docenti, educatori, genitori e giovani tutti assieme per provare a disegnare la scuola e l'educazione di domani.

Paderno Dugnano

CONTINUIAMO A (S)BANDARE è la naturale evoluzione del progetto SCUOLA CHE (S)BANDA, che da quattro anni, grazie al bando educazione di FCNM, permette a oltre 100 bambini della scuola primaria di imparare gratuitamente a suonare uno strumento e suonare insieme. L’iniziativa, promossa dal Corpo Musicale Santa Cecilia 1900 APS, non solo educa alla musica, ma favorisce l'inclusione e la crescita personale. La musica diventa un mezzo di espressione e unione, rafforzando la fiducia dei giovani e creando legami profondi.

Sesto San Giovanni

Un’esperienza immersiva con l’Istituto Gadda per riscoprire la memoria collettiva tra documenti, laboratori e riflessioni condivise