Perché partire dall’infanzia
I dati parlano chiaro: in Italia i bambini sono sempre meno e sempre più poveri. Nel Nord del Paese, oltre il 13% dei minori tra 0 e 6 anni vive in povertà assoluta. Sul territorio di riferimento di Fondazione Cariplo, si stimano circa 16.000 bambini e bambine che faticano a ricevere un adeguato apporto nutrizionale quotidiano.
La povertà infantile non è solo mancanza di reddito: è isolamento, fragilità educativa, difficoltà di accesso ai servizi, esclusione culturale. È una condizione spesso invisibile, che richiede interventi di prossimità, alleanze territoriali e uno sguardo capace di leggere la complessità.
Una sfida sistemica, non un singolo progetto
“Anita – L’infanzia prima” non è un bando tradizionale, ma una sfida di mandato che punta a generare cambiamenti strutturali. L’obiettivo è ambizioso: raggiungere entro il 2028 almeno 22.000 bambini in povertà, mobilitando risorse, competenze e alleanze per un investimento complessivo di 20 milioni di euro.
La sfida si muove su più ambiti intrecciati:
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sostegno e orientamento ai neogenitori fin dal percorso nascita;
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rafforzamento e manutenzione dei servizi educativi 0–6;
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qualità e innovazione degli spazi di vita dei bambini;
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accesso alla cultura fin dalla prima infanzia;
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contrasto alla povertà materiale attraverso pratiche di riuso e prossimità.
Spazi, cultura, comunità
Tra le azioni previste ci sono interventi per ripensare scuole, nidi, aree gioco e spazi pubblici come luoghi di benessere, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici che impongono nuove attenzioni alla vivibilità degli ambienti.
Musei, biblioteche e teatri saranno coinvolti per ampliare l’offerta culturale dedicata all’infanzia e per rendere questi luoghi realmente accessibili anche ai bambini più fragili. Verranno inoltre sperimentate le Baby Bank, spazi territoriali di riuso di beni essenziali per la prima infanzia, capaci di unire contrasto alla povertà materiale e costruzione di legami comunitari.
Un ruolo centrale sarà giocato dal rafforzamento delle reti territoriali, anche a partire dall’esperienza del Tavolo Millegiorni del programma QuBì, e da un investimento specifico sulla ricerca scientifica sull’infanzia, per orientare le politiche sulla base di evidenze.
Alleanze per il futuro
La forza di Anita sta anche nelle alleanze: ANCI Lombardia è il primo partner dell’iniziativa, con l’obiettivo di coinvolgere i Comuni nella costruzione di un sistema integrato 0–6 capace di tenere insieme progettazione educativa, programmazione territoriale e cura degli spazi.
È previsto inoltre un Comitato Consultivo che affiancherà Fondazione Cariplo nella lettura delle diverse realtà territoriali. Tra i suoi membri e primo ambassador del programma c’è l’artista Valerio Berruti, la cui opera restituisce centralità e voce all’infanzia, interrogando lo sguardo adulto e le sue responsabilità.
In attesa del bando di gennaio
A gennaio verrà lanciato il primo bando “Anita Chiama”, articolato in due linee:
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Anita Chiama Ricerca, rivolta alla comunità scientifica;
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Anita Chiama Innovazione, destinata agli enti del Terzo Settore che lavorano per il benessere dell’infanzia, con particolare attenzione ai bambini più vulnerabili.
Per chi opera nei territori, nelle scuole, nei servizi educativi, nelle realtà sociali e culturali, questa fase rappresenta un tempo prezioso per attivare riflessioni, alleanze e progettualità.
Perché rimettere l’infanzia al centro significa investire oggi nella qualità della vita di domani, per tutti.
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