Meglio dopo, insieme

I doposcuola sono esperienze diffuse nelle nostre comunità (circa 400 nella diocesi di Milano), e sono la più comune area di intersezione tra il mondo dentro la scuola e quello che gli sta intorno. È un servizio richiesto da famiglie e scuole, più che prezioso nella fascia della preadolescenza.

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Meglio dopo, insieme

Nel Nord Milano il modello “Meglio dopo insieme” ha una sua storia, un metodo e un indice di successo che ne fanno una best practice con cui vale la pena di confrontarsi.

Passo dopo Passo insieme, una piccola rivoluzione

Passo dopo Passo… Insieme, nata nel 2003, è un’Associazione di Sesto San Giovanni, che ha l’obiettivo ambizioso di fornire agli studenti delle scuole secondarie di primo grado strategie educative affinché, a partire dai compiti imparino ad organizzare il tempo e il materiale, ad essere autonomi (cioè saper iniziare a lavorare e a chiedere aiuto in caso di dubbi), e saper lavorare con gli altri.

Le nostre attività pomeridiane accolgono tutti i ragazzi della scuola media indipendentemente dal rendimento scolastico, dalla situazione familiare, economica o sociale perché è soltanto in un ambiente “composito” che ciascun ragazzo può sperimentare delle relazioni “sane” che gli facciano dimenticare le proprie difficoltà o che invece facciano cambiare lo sguardo sull’altro; infatti le etichette appiccicate alle persone rischiano di diventare profezie che si auto-avverano.1

Un’accoglienza accettante

“L’accoglienza accettante di tutti”, presuppone che ai ragazzi si riconosca capacità di scelta, anche quando il “senso comune” dice che sono “troppo piccoli per decidere”: infatti da noi l’iscrizione si rinnova ogni anno e lo si fa attraverso un colloquio che sonda la motivazione di ciascuno (perché “se motivati si diventa competenti”) e che si conclude, in caso positivo, apponendo una firma sul modulo di iscrizione e negoziando come “stare bene al meglio dopo insieme”.

Iscriversi però comporta un “impegno serio e duraturo nel corso dell’anno” il cui significato è condiviso in attività laboratoriali iniziali.2

 

La sfida di imparare a valutarsi autonomamente

I compiti sono svolti in luoghi comuni per educarsi al rispetto reciproco, all’attenzione, al silenzio.

I compiti, pianificati all’inizio con il volontario3, terminano con un’autovalutazione dei ragazzi che – in sostanza – risponde alla domanda: “Cosa ho fatto oggi qui, al meglio dopo, insieme?” (Il senso comune lo chiamerebbe doposcuola, noi “Meglio dopo, insieme”). Mi sono organizzato? Sono stato autonomo? Ho lavorato con gli altri? Domande che trovano all’interno di un libretto che rappresenta il loro diario di viaggio… È prevista anche la valutazione da parte dei volontari sui ragazzi che hanno seguito. Il presupposto di questa segnalazione non è solo quello di “segnalare ciò che non va” ma di condividere con i ragazzi il percorso che questi svolgono da noi.

Periodicamente e con costanza, controlliamo l’uso del diario e del materiale scolastico, per fare sì che tutti abbiamo e utilizzino al meglio “gli attrezzi del mestiere”, nonché monitoriamo l’andamento scolastico attraverso il “semaforo scolastico” compilato dai ragazzi.

Il “compito” degli educatori professionali e degli psicologi4, oltre a quello di coordinare tutto l’aspetto organizzativo è quello di costruire una fitta rete di rapporti e relazioni sul territorio con le figure educative che ruotano attorno ai ragazzi (famiglie, scuole5, oratori, agenzie riabilitative), attraverso colloqui costanti per evitare di intervenire soltanto quando “l’emergenza è scoppiata”.

Ai ragazzi e ai genitori, è anche riservato uno spazio di ascolto, a libera adesione, ancora più specifico.

Gli oratori dove operiamo

Siamo a Sesto San Giovanni, nelle parrocchie di Santo Stefano e San Giovanni Battista e a Milano, parrocchia Sacra Famiglia.6

Ogni giorno cerchiamo di fare “bene il bene” e con passione, perché, come diceva Don Bosco, l’educazione è innanzitutto “una questione di cuore”. Ci trovate su www.passodopopassoinsieme.it, oppure scriveteci a info@passodopopassoinsieme.it

Note

  1. Dal 2003 ad aggi abbiamo seguito 750 ragazzi della scuola secondaria di primo grado (fonte: database dell’Associazione
  2. L’Associazione “Passo dopo Passo…Insieme” da anni utilizza un modello teorico costruttivista, rielaborato dal dottor Marco Vinicio Masoni (psicologo e psicoterapeuta) che si differenzia da quello psichiatrico/psicoanalitico per i seguenti motivi: mentre in quest’ultimo l’enfasi è posta sulla diagnosi, sulle cause e la cura delle dinamiche intrapsichiche patologiche, in quello costruttivista l’attenzione è spostata sulla risoluzione del problema personale attraverso il cambiamento di quei processi mentali e comportamentali che lo mantengono in vita. In quello psichiatrico/psicoanalitico si lavora sui nessi di causa-effetto e il disagio è ritenuto un “prodotto” di fatti biografici, vicissitudini evolutive, dinamismi intrapsichici e patologia personale; in quello costruttivista invece ci si focalizza sulle ragioni, significati, azioni che il soggetto mette in atto producendo le situazioni e gli stati mentali che sperimenta. Nel primo caso il soggetto subisce gli effetti patologici di eventi incontrollabili; nel secondo caso l’individuo concorre a creare certi eventi e stati problematici, peraltro mantenendoli nel tentativo di risolverli. Mentre nel modello psichiatrico si parla di un ragazzo a cui “è stato fatto qualcosa”, il modello costruttivista guarda ad un ragazzo che “sta facendo qualcosa”.
    Mentre nel primo l’individuo è considerato un malato da curare, nella consulenza psicologica costruttivista si creano nell’interazione le condizioni affinché la persona possa modificare i propri schemi d’azione e di conseguenza la percezione di sé, degli altri e del mondo. L’ Associazione, in linea con il “Centro Formazione – Laboratorio di Psicologia dott. Masoni”, con il quale collabora da anni, promuove una nuova lettura della “realtà” giovanile e della società. Negli ultimi anni bambini e ragazzi appaiono agli adulti sempre più disobbedienti, poco motivati allo studio, viziati, annoiati, che non sanno più divertirsi né impegnarsi seriamente in qualcosa. La “crisi dell’obbedienza” ha determinato l’insuccesso degli strumenti educativi che si fondano sugli ordini (ad esempio far rispettare le regole, dare punizioni…) con conseguente frustrazione degli adulti, che non possono più mettere in pratica ciò che hanno visto fare con loro dai propri docenti e genitori. Si assiste inoltre a una crisi dell’efficacia di una delle istituzioni storicamente più scontate: il gruppo classe. Insegnare in modo tradizionale è sempre più difficile. C’è pertanto la necessità di apprendere nuove strategie che abbiano come fulcro la relazione tra adulto e ragazzo. L’adulto sta scoprendo che per poter essere agente di cambiamento deve fare un’auto cambiamento e non richiedere, con ordini, che il ragazzo cambi. L’auto cambiamento consiste nel “leggere” il ragazzo in un modo diverso, nel fornirgli il suo ritratto, attraverso cioè strumenti e metodi che i ragazzi sentano loro e non imposti da alterità incomprensibili. (fonte: “Meglio dopo, insieme. Un altro modo di fare doposcuola. Cusenza, Ferri, Ronchi. In dialogo. 2018)
  3. 941 i volontari che hanno prestato servizio in questi anni (fonte: database dell’Associazione)
  4. 201 i professionisti con i quali abbiamo collaborato in questi 20 anni (fonte: database dell’Associazione)
  5. 87 le scuole con le quali abbiamo collaborato in questi 20 anni (fonte: database dell’Associazione
  6. 90 i sacerdoti, le religiose, le istituzioni ecclesiastiche con le quali abbiamo collaborato in questi 20 anni (fonte: database dell’Associazione)

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